Pittura in corso
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Vallombrosa 2019
Worldwide PaintOut 2019
International plein air Painters
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PaintOut 2019 Vallombrosa
VALLOMBROSA
150 anni fa nasce la prima facoltà italiana dedicata alle foreste ed insieme ad essa nasce in Italia la cultura delle foreste. Il Regio Istituto Forestale di Valle Ombrosa cominciò così a studiare le foreste portando gli studenti a 1000 metri di altitudine, era l'estate del 1869. Oggi l'arboreto di Vallombrosa è la più importante collezione italiana di piante a scopi scientifici e sperimentali, con circa 5.000 esemplari suddivisi in oltre 700 specie arboree e arbustive.
Ma Vallombrosa, oltre alle foreste a pochi minuti da Firenze, è anche un luogo carico di storia, di arte e di spiritualità.
Nel 1036 San Giovanni Gualberto si ritira qui dopo essersi messo in forte contrasto con il clero fiorentino. Pochi anni dopo, seguendo la regola benedettina Ora et Labora, prega e lavora, lui e i suoi seguaci costruiscono con le proprie mani la chiesa in pietra che sarà il centro religioso dei monaci vallombrosani.
Vallombrosa è anche una antica stazione climatica.
Tanti artisti e letterati sono passati di qui e prima dell'annessione del Trentino all'Italia, questo era il luogo di villeggiatura preferito dalla borghesia.
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Colori sulla tela
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Cartolina vincitrice!
#MailArt #AuguriToscanello
Vola veloce sul fiasco Toscanello, carico, traboccante, corposo. Traspare il tempo trascorso, raccontato da parole scritte con penna e calamaio. Legata ad uno spago lungo 50 anni, la ceralacca rossa a forma di stivale (?l'Italia?) conferisce solennità a questo anniversario.
L'artista irriverente confeziona il tutto su un cartone ondulato strappato da un imballaggio e con un francobollo che omaggia le zucche verdi spedisce questa opera a Pontassieve da #Nantes, #Francia.
Grazie a Nicolas de LA CASINIERE per questo lavoro.
Complimenti al VINCITORE da tutti noi!
Cosa vi ispira questa cartolina?
#toscanellodoro Proloco Pontassieve
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La volpe e l'uva del Toscanello
Alla fine tante piccole #volpi segnalibro si aggiravano sconsolate per Pontassieve dopo non aver mangiato l'uva, nemmeno quella arcobaleno, dopo averla fatta franca contro l'Uva Cattiva e dopo un aspro confronto con la SuperUva.
(A noi Esopo ci fa un baffo).
I giocherelloni di passaggio hanno invece potuto apprezzare il nostro #giococreativo* per tutte le età e noi la creatività che è in loro.
Grazie ancora a tutti per la calda e nutrita partecipazione!
*(c) Colori del Levante Fiorentino
La volpe e l’uva
C’era una volpe molto carina
Che si credeva anche furbina
La coda muoveva con eleganza
Si dava sempre molta importanza
Un giorno che il sole in alto brillava
Sentì il suo pancino che brontolava
E non c’era bisogno di fare un esame
Per capire che aveva gran fame
Cominciò allora a cercare e cercare
Se c’era qualcosa per lei da mangiare
Cercò a sinistra e cercò tanto a destra
Ma non c’era nemmeno una triste minestra
Guardò bene indietro e poi anche avanti
Ma non trovava piatti sciocchi o piccanti
Guardò attentamente, laggiù, proprio in basso
Ma non c’era un topo né magro né grasso
Poi finalmente puntò gli occhi all’insù
E si sentì il suo pancino fare glu glù
Nascosta in alto fra le verdi foglie
C’era qualcosa per calmare le voglie
Era dell’uva, tonda rossa e bellina
Da far venire una grande acquolina
Un bel grappolone che, inutile dire
La sua gran fame avrebbe fatto zittire
La furbina fece allora un gran salto
Ma quell’uva era troppo più in alto!
Non bastava uno sforzo piccino
Per gustarsi quel bel bocconcino
La nostra amica esperta di ingegno
Non era avvezza ad un grande impegno
Di far fatica aveva proprio il rifiuto
E nemmen l’umiltà per chiedere aiuto
Così invece che mangiare a iosa
lei fece la solita altezzosa
E disprezzando il grappolo addirittura
Disse “quell’uva non è matura!"
(c
) 2019
www. Colori del Levante Fiorentino .it
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Arte postale
La mostra delle cartoline pervenute da tutto il mondo è al Museo Geo, Pontassieve, dal 29 maggio al 2 giugno.
Venite a vedere che originalità!
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Ciao Osvaldo
Ci uniamo alla Associazione Mazzon per esprimere alla famiglia il dolore di tutti i nostri soci per la scomparsa di questo nostro comune socio. Grande amico e illustre pittore.
Averlo conosciuto è stato uno di quei regali che la vita riserva.
Ciao Osvaldo.
13 maggio 2019
Qui una breve biografia.
Nato a Firenze il 3 giugno 1931, risiede e lavora a San Donato, una frazione del comune di Bagno a Ripoli.
La passione per il disegno e per la pittura è presente fin dall'infanzia. Da bambino, a margine del libro di Salgari disegna il ritratto del fratello. Ogni pezzo di carta è buono per farne un'opera d'arte. Prosegue come autodidatta finchè incontra il maestro Giuseppe Mazzon che lo conduce ad esplorare la pittura ad olio all'aria aperta, dove il suo straordinario talento si sposa subito con una tecnica magnifica e personale.
Nella sua lunghissima carriera ha esposto a Bologna, Riccione, Faenza, Pontecchio Marconi, Cortina, Milano, Reggio Emilia, ecc.. E' stato per lunghi anni in esposizione permanente presso la prestigiosa galleria Bongiovanni di Bologna.
Le sue opere sono in importantissime collezioni in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla ex URSS, dal Lussemburgo all'Arabia Saudita.
...durante la personale di Osvaldo Curandai presso la galleria d'arte "il Castello", via Brera a Milano, nel 1970, l'indimenticabile Dino Buzzati disse: Curandai è l'ultimo poeta romantico sopravvissuto agli esperimenti pittorici dei nostri giorni.
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UOVA D'ARTE
La tradizione di regalare a Pasqua uova decorate è antica e questo ha prodotto nel tempo piccole e grandi opere.
Nella nostra zona continua in molte famiglie la tradizione di decorare le uova sode con veli di cipolla e prezzemolo (prima foto), da far benedire la notte di Pasqua e mettere in tavola nel pranzo come simbolo di rinascita.
Ben più costose invece erano le famosissime uova Fabergè, la serie di uova artistiche che era diventata una tradizione Pasquale per gli zar di Russia fino al 1917.
Molto ritengono che la sorpresa nell'uovo derivi da questo artista orefice che iniziò la serie con un uovo smaltato, con dentro un tuorlo d'oro, con dentro una gallina che dentro a sua volta conteneva un gioiello (seconda foto).
La serie poi si ampliò con oltre 50 uova, ognuna delle quali di fattura originalissima e sempre con sorpresa. Una ad esempio conteneva il treno della Transiberiana, in formato ridotto, si intende (terza foto)
Vere e proprie opere d'arte, alcune delle quali sono andate perdute.
Ma sarà vero che il regalo dentro l'uovo l'ha inventato Fabergè? Anche stavolta c'è chi sostiene che quello che è stato inventato ha origini italiane. Sembra infatti che già dal settecento i cioccolatieri piemontesi mettessero i regalini nelle uova di cioccolato.
Se non siete né orefici né pasticceri ma per Pasqua volete esprimere la vostra creatività vi invitiamo a decorare le uova sode, meglio se con ingredienti naturali come veli di cipolla, prezzemolo, curcuma, te' rosso o altro.
N.B. Se lo fate con colori artificiali, come gli acrilici, l'uovo non è commestibile visto che il guscio è poroso. Ma potreste svuotarlo da fresco, colorarlo ed usarlo come decorazione.
BUONA PASQUA
(Foto Wikimedia)
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Artlab mercoledì 20 marzo
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Fridays for Future
#SaveEnergy
#ClimateStrike
#ArtForEarth
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ArtLab
Ingresso libero
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Artlab, figure
Con spunti per disegnare, dipingere e scarabocchiare le figure.
Vi aspettiamo.
Info anche sulle attività 2019
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2009-2019
Orgogliosi di quanto fatto, entusiasti per quanto ancora abbiamo voglia di fare
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